Archivio mensile:agosto 2016

Felicemente stronza: ce l’ho fatta!

Detesto gli stronzi cattivi: quelli che praticano l’odio emotivo, rancoroso, e che si divertono a stuzzicare la persona che fanno oggetto dei loro attacchi.

Mi ricordo di un ex-collega al quale non ero simpatica, forse solo perché lui non era simpaticissimo a me. Io però mi limitavo ad avere poco da dirgli, mentre lui invece faceva di tutto per coinvolgermi in conversazioni apparentemente molto affettuose – e io mi lasciavo abbindolare – per poi cominciare a insultarmi con il sorriso sulla bocca.

Lo stronzo mi diceva cose orribili – sorridendo – per farmi saltare i nervi, cosa che succedeva con regolarità. Io perdevo la testa e sbavavo di rabbia, perché lui era un maestro della tecnica passivo-aggressiva, che serve a mascherare un attacco, deprivandolo degli aspetti violenti e aggressivi, così che l’altro faccia cadere la guardia, e tu possa colpirlo ancora più profondamente.

Alla fine, al passivo-aggressivo non ho più rivolto la parola, anche se in ufficio eravamo seduti di fronte. Lo ignoravo.

L’unica cosa che facevo, con la complicità della mia vicina di scrivania, era di fingere di vomitare nel cestino quando lui riceveva delle telefonate.
Bastava che squillasse il suo telefono, e la mia vicina di banco mi passava il cestino della carta straccia. Io facevo finta di vomitare nel cestino – anche molto rumorosamente – e appena lui metteva giù, la mia amica posava il cestino, e io mi ricomponevo.
E lui non diceva nulla: faceva finta di niente. Non aveva il coraggio di dire: “Ehi, lo so che mi prendi per il culo. Perché non la smetti?”:
No, era capace solo di infilare il coltello nel costato di uno voltato di schiena, ma temeva la battaglia aperta, non sapeva rispondere allo scherzo o chiedere una tregua.

Noi aspettavamo che uscisse dalla stanza, e poi ci sganasciavamo: RIDEVAMO di lui, povera piccola merda passivo-aggressiva.

Non è che vada fiera di aver fatto finta di vomitare in faccia a un cretino per un paio d’anni, ma quello che voglio dire è che detesto l’odio: non è un bel sentimento, anche perché in genere rovina la vita a chi lo prova, e non a chi lo suscita.

Insomma, tutte le volte che capisco che c’è qualcuno che mi sta sul cazzo, ho sempre cercato di non cadere nella trappola della rabbia verso lo stronzo dispettoso che desidera che tu provi per lui dei sentimenti, l’odio, appunto, che sono pur sempre dei sentimenti, e quindi stabiliscono una forma di legame con la povera merda (in genere solitaria, perché nessuno frequenta gli stronzi).

No, verso lo stronzo – esistono! – io non provo nulla, ma ritengo lo stesso di aver il diritto di fargli passare qualche brutto quarto d’ora, DIVERTENDOMI, se possibile.

E così aspetto. Aspetto l’occasione d’oro, quella in cui lo stronzo appoggerà il capino sulla ghigliottina, da solo, senza neanche capire che cosa sta per succedergli.

Sono capace di aspettare molto a lungo, pur di trovare una buona occasione.
E oggi è arrivata!
Non posso dire di più perché esiste il codice penale, ma ho restituito con gli interessi un anno intero di piccole e presuntuose cattiverie (da me subite con dignità) a una minus habens che parla della sua menopausa davanti alla macchinetta del caffè, come se fosse l’UNICA donna al mondo ad essere entrata in menopausa, e come se la menopausa fosse una scusante per la cafonaggine variamente dimostrata in una serie infinite di occasioni.

Ecco, non voglio dire che non sono simpatetica con le tempeste ormonali dei cinquantanni, ma gli ormoni non hanno un rapporto diretto con l’etica: “Se ho gli ormoni sballati, sono stronza, scusa, colpa degli ormoni”.

Ma non considero la menopausa alla stregua di una MALATTIA che potrebbe scusare chi ne soffre, se in qualche momento perde un po’ la testa e fa il cafone.

Ebbene, oggi, la signora in questione mi è finalmente capitata tra le mani, mentre ero sufficiente felice per essere stronza in un modo molto cool:  serena e tranquilla l’ho fatta a fette, con la mano ferma e decisa. Le ho detto un paio di cosette che mi ero preparata da un bel po’ e che sapevo l’avrebbero stesa per benino.

Sono rimasta serena fino all’ultimo goccio di cicuta che le ho fatto ingoiare. Ero così pacifica che l’ha ingoiata tutta. Poi è tornata nella sua stanza, da sola.
Dove non aveva un’amica che le teneva il cestino mentre faceva finta di vomitare.
No, cosa c’è di più bello di un’AMICA che fa con te dei meravigliosi scherzi da prete?

Gli stronzi sono soli, gli sfigati (come me), invece, hanno sempre tanta bella compagnia.