Non farò il tedioso elenco dei sette vizi/peccati capitali, però vorrei aggiungerne uno: il nervosismo.
Tipico dei milanesi.
Faccio qualche esempio.
Prendo la metropolitana più volte al giorno.
A Milano, chi non vuole correre giù per le scale mobili, si mette sulla destra.
La corsia di sinistra va lasciata libera.
In genere imbocco velocemente la corsia di sinistra, ma questa sera ero stanca e mi sono infilata in quella di destra.
Mi sono quasi saltati addosso un paio di pazzi che correvano a perdifiato, come in genere faccio io
Dopo di che, un ragazzo senza biglietto, quando ha visto i controllori che ci aspettavano fuori dalla scale mobili, ha cercato di scappare, imboccandole all’incontrario, e mi è caduto di fianco.
L’ho schivato per un pelo, urlando: “Ma ci vuoi ammazzare?!”, e sono arrivata a casa.
Tommaso era davanti al computer – con le cuffie – che giocava a Minecraft.
Mi ha salutato velocemente, senza quasi guardarmi in faccia.
Ho riempito di panni la lavatrice mentre il cellulare vibrava per le solite email che ci scambiamo tra 7 dico 7 condomini (le email sono anche decine al giorno).
Era la condomina più pazza di tutte che voleva sapere chi di noi ieri pomeriggio aveva avuto un SERVITORE che si era recato in cantina a buttare della carta bagnata nel contenitore della carta, perché il suo SERVITORE aveva trovato la carta in questione e se ne era grandemente lamentato.
La condomina in questione ci suggeriva quindi di istruire i nostri SERVITORI a fare la raccolta differenziata, come lei ha istruito il suo (un povero Cristo con un nome straniero).
Le ho risposto che sono personalmente io a portare l’immondizia in cantina e non dispongo di SERVITÙ.
E poi l’ho presa per il culo, perché mi diverto a farla incazzare. E non sopporto le sue stronzate da milanese coi soldi.
Mi sono subito arrivate non so quante email di un altro condomino che mi diceva che sono sempre TESA.
Ho mandato a cacare anche lui, piuttosto malamente.
Il condomino che si lamenta della mia TENSIONE ha infatti la mania di ascoltare Frank Sinatra a un volume altissimo alle undici di sera, e si offende quando gli chiedo – a mezzanotte – di abbassare la sua cazzo di musica.
Bene, potrei andare avanti per non so quanto a raccontare le sgradevolezze della vita milanese, ma io credo che dipendano in gran parte dal fatto che a Milano siamo in tanti, compressi in spazi piccoli, e serviti da una rete di mezzi pubblici che sta esplodendo, nonostante le fatiche di un buon sindaco.
Siamo troppi, chiusi dentro una brutta città, e chiusi dentro nelle nostre case, dalle quali ci insultiamo a colpi di email.
A Milano piove sempre, hanno tutti gli smartphone e se non rispondi a un’email entro un’ora, ti chiedono se sei morto.
Il nervosismo ci ucciderà.
Ma perché siamo fatti così?
Per un tot di motivi. Uno di questi è il residuo fiscale. La Lombardia è quella che ce l’ha più alto in Italia: quasi 6 mila euro procapite.
Il residuo fiscale è il frutto della differenza tra i circa 17 mila euro di tasse pagate per ogni abitante della Lombardia contro una spesa pubblica procapite ricevuta dallo Stato di 11mila euro.
In pratica, un cittadino lombardo riceve indietro dallo Stato circa il 60% di quanto paga.
Insomma, lavoriamo un po’ troppo: potremmo lavorare il 40% di meno.
Mai votato per la Lega – Salvini propose le carrozze della metro per immigrati! – ma sono un po’ federalista.
Lo ammetto.