Non ho ottant’anni ma neanche ventisette.
Diciamo che sono nata quando le donne era tutte, o quasi, casalinghe.
Allora le scuole non erano a tempo pieno e i figli tornavano a casa a mangiare, dopo il suono dell’ultima campanella.
In genere verso le dodici e mezza, i bambini delle elementari, e all’una e un quarto gli studenti delle medie.
Anche i mariti pranzavano a casa.
I buoni ticket non erano ancora stati inventati e solamente nelle aziende – grandi e grandissime – c’era la mensa.
I mariti che non ce la facevano a tornare per pranzo, partivano con la schiscetta preparata dalla moglie la sera prima: primo, secondo, contorno.
Le donne coniugate con prole erano piuttosto indaffarate, anche perché i figli di pomeriggio stavano a casa.
Le poverette avevano solo il mattino per mettere i panni in lavatrice, stirare, fare la spesa, pulire la casa e battere i tappeti.
Quanti oggi sanno cos’è un battitappeto? Quanti ne hanno mai visto uno?
Era una specie di racchetta di vimini, con cui si battevano i tappeti appesi fuori dai balconi.
Mi ricordo il rumore: un BUM! BUM! BUM! che non ho mai più sentito.
Se ti affacciavi alla finestra, potevi vedere la casalinga sbattitrice che menava il tappeto a colpi ben ritmati e regolari, quasi con un filo di rabbia, direi.
Poi tutto è cambiato.
Sono arrivati gli elettrodomestici, l’aspirapolvere, il Bimbi, il forno a microonde, e noi siamo andate a lavorare.
Mai più il rumore del battitappeto. I figli infilati nelle scuole a tempo pieno, nutriti con le lasagne della Milano Ristorazione.
I mariti, quando ci sono, al bar col ticket. Anche noi col ticket, oppure in mensa, a mezzogiorno.
Ma la sera, come Cenerentola – Bibbidi bobbidi bu! – torniamo ancora casalinghe.
Elettrodomesticizzate.
Il surgelato di Picard viene estratto dal freezer e infilato nel microonde, la lavapiatti fatta partire con un paio di clic, la lavatrice svuotata direttamente sullo stendino, mentre il figlio ti chiede se gli dai la password dell’iPad, che hai cambiato un’ora prima sperando che la smetta di rincoglionirsi sul Fruit Ninja.
Insomma, il tempo che mi rimane, quando arrivo a casa di sera, è così poco da aver deciso di investire una quota considerevole di uno degli ultimi stipendi in uno di quei forni nucleari che fanno tutto: microondano, scaldano, grigliano, crispano.
Me ne aveva parlato per tutta l’estate una mia amica, che traduce le ricette ( da fare col forno in questione) in minuti .
Tre per fare la frittata, quattro per le cotolette, cinque per la crostata, venti per il pollo arrosto.
No, non punto a sostenere chele donne devono smettere di lavorare e comprarsi di nuovo il battitappeto.
Voglio solo dire che la rivoluzione degli elettrodomestici – alla quale ho avuto il tempo di assistere – ha reso disponibile forza lavoro femminile a basso costo, così come quella industriale aveva favorito la migrazione dei contadini inglesi dalle campagne, inurbati nella suburra di Londra e costretti a lavorare – per salari bassissimi – dieci ore al giorno nelle fabbriche tessili e meccaniche.
E noi femmine moderne, pagate meno dei maschi, ormai ugualmente qualificate, ci scambiamo consigli su come fare più in fretta i lavori di casa.
Quando fu inventato lo Swiffer, me ne parlò subito una collega (ingegnere informatico).
Lo corsi a comprare.
Entusiasta! Ero entusiasta!
Non dovevo più neanche accendere l’aspirapolvere. Passavo per tutta la casa quel meraviglioso straccetto elettrostatico che raccoglieva la polvere.
Feci festa grande anche quando fu inventato lo spolverino dello Swiffer, il Duster, mentre mia madre aveva ancora quello con le piume di gallina.
E adesso, la sera, appena ho cinque minuti, mi picchio davanti a Youtube, dove altre femmine, moderne e tecnologiche come me, dispensano consigli su come fare il ragù in sei minuti o il Pan di Spagna in dieci.
Consiglio la serie di “Aiutanti in cucina”, ma non mi dispiace neanche il canale di Elisa Bertolini (come il lievito), che parla con un puro accento toscano, mentre qualcuno la riprende che tramanda digitalmente la tradizione dei “Coccini di salsiccia e fagioli” da fare al microonde.
In MENO DI dieci minuti.
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