Qualsiasi cosa chieda a mio figlio, di questi tempi, ottengo in risposta una domanda: “Mamma, mi fai internet illimitato?”.
Gli chiedo: “Com’è andata oggi a scuola?”.
E lui mi risponde: “Mi fai internet illimitato?”.
Tommaso ha già uno smartphone, come tutti suoi compagni di classe, con 1 Giga di internet.
Ma vive nel terrore di finirlo. Lo centellina: a casa si connette subito al wifi, e risparmia i secondi di navigazione.
Gli ho chiesto: “Ma che ci fai con l’abbonamento illimitato?”.
Risposta serissima: “Uso il cellulare come router quando sono in classe e dobbiamo fare le ricerche su internet”, perché Tommaso ha un computer che porta in classe.
Domanda: “Cosa fanno i tuoi compagni che non hanno il computer?”.
Risposta: “Fanno le ricerche sul cellulare!”.
E poi di nuovo: “Mi fai internet illimitato?”.
No, non cederò. Non credo neanche che ci siano insegnanti che chiedono ai ragazzi di fare “le ricerche su internet” in classe – sul cellulare – anche se quella delle ricerche su internet sta diventando una moda pericolosa.
I ragazzi ormai sono convinti che in rete esista una specie di cervello collettivo, al quale basta connettersi con una connessione appunto illimitata.
Il cervello di internet è lì, a portata di clic, e ne diventi partecipe nel momento in cui scarichi due dati sulla Lombardia da Wikipedia.
I nostri figli sono convinti che i loro cervellini giovani e in erba pulsino all’unisono col grande cervello della rete: basta potersi liberamente abbeverare alle grandi conoscenze deposte sulla rete di server che oggi connette qualche miliardo di esseri umani.
Non so più chi diceva che questa generazione sta usufruendo dei risultati raggiunti da quella precedente. Molto del codice sul quale gira la rete è stato scritto da signori che hanno una certa età.
Tim BernersLee ha sessant’anni, è lui che ha inventato il World Wide Web.
Mio figlio, invece, non imparerà a scrivere una riga di codice se pensa che internet significhi connettersi a Wikipedia, mentre in contemporanea gioca a Ninja Fruit sull’iPad.
Questi ragazzi sono utilizzatori PASSIVI del web, e non lo sanno.
Hanno pochi desideri, sono un po’ mollacchioni.
C’è una sola che vogliono: “internet illimitato”.