Noi, vittime di un mondo PIENO

Non scrivo nulla di interessante, credo solo di riuscire a percepire quello che sentiamo in molti, usando una specie olfatto inconscio.

Sento nell’aria qualcosa, a cui do poi la dignità delle parole (spesso banali). Forse sono solo chiacchiere solitarie.
Fatte davanti a un Pc.

Queste sono le mie ultime percezioni olfattive-inconsce.

Siamo vittime di un mondo PIENO. Pieno di cose, pieno di persone, pieno di impegni, pieno di divertimenti (fasulli e posticci).

Faccio qualche esempio.

Domenica mattina siamo andati all’open day dell’Istituto tecnico dove Tommaso potrebbe diventare perito informatico.

Siamo entrati dopo essere stati a lungo in una coda piena di persone.

Ci hanno riempito le mani di volantini sulla scuola (che ho subito buttato).

Abbiamo parlato due ore con una simpaticissima insegnante che ci ha spiegato che nel corso  che forse frequentare mio figlio ci sono giornate PIENE, in cui gli allievi rimangono a scuola per 7 ore 7, e poi devono studiare almeno altre due ore al pomeriggio.

Poi la simpatica insegnante ci ha consigliato di far praticare uno sport ai ragazzi, perché altrimenti corrono il rischio di stare tutto il giorno fermi.

Concludo subito: mio figlio l’anno prossimo avrà una vita PIENA, dove non gli sarà quasi concesso di respirare.

Ma anche io ho una vita piena, perché passo due ore al giorno sui mezzi pubblici, circa nove ore in ufficio, e poi torno a casa, cucino, pulisco, eccetera, e la domenica vado all’IKEA a comprare gli zerbini.

Sui mezzi pubblici di Milano c’è ormai una folla incredibile, e anche all’IKEA non riesci quasi più a mangiare le polpette, tanto affollata è la caffetteria.

Anche in casa mia non entra quasi più nulla, perché ogni spazio libero è stato saturato da oggetti – anche utili – che ho comprato negli ultimi anni, e dei quali devo trovare il modo di liberarmi. Devo buttare i libri, le scarpe vecchie, i Topolini già letti da mio figlio.

Lo devo fare, ma non ho tempo di farlo, perché le mie giornate sono già PIENE di altre cose da fare.

Non so cosa stia succedendo, ma credo che l’unica soluzione sia mollare tutto e trovare una casupola con l’orto, dove andare a vivere.

Senza portarsi dietro nulla delle nostre vecchie VITE PIENE.

 

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2 thoughts on “Noi, vittime di un mondo PIENO

  1. Viola Veloce ha detto:

    Caro Zio Gio, ti cito: “Il campagnolo fa solo quello che deve FARE: ha a disposizione spazi più ampi, di conseguenza ha molte preoccupazioni: la casa, gli animali, le piante, i campi, la manutenzione degli attrezzi e degli ambienti eccetera. Il cittadino invece non ha un c***o da fare, perché le città sono propinatrici di noia: una volta terminato il suo lavoro non sa come passare il tempo, e allora si inventa mille passatempi: il calcetto, la piscina, la palestra, la scuola di danza, la scuola di cucina, il bowling, i locali, gli aperitivi, e questo e quell’altro.” Aggiungo il web.

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