La fine del tempo libero

Non riesco a capire se la mia sia una percezione soggettiva, o se l’accelerazione che mi sembra di sentire nell’aria sia il risultato di un aumento delle informazioni disponibili, ormai impossibili da fruire nella misura che vorremmo.

Stanno succedendo eventi strani e terribili – la Francia messa sotto assedio da tre terroristi – e tutti i giorni si susseguono notizie orribili. Vorrei leggere tutto, sapere tutto, ma non riesco a finire tutti gli articoli che trovo sui giornali online. Ma ormai la quantità di commenti disponibili su una notizia sono infiniti, e mi sembra di non riuscire a leggere tutti i commenti che vorrei.

Sui giornali do anche un’occhiata ai commenti dei lettori sotto le notizie, per capire che aria tira. Ma a volte i commenti sono centinaia. Mi fermo dopo aver letto i primi dieci. E passo alla notizia successiva, altrettanto importante, della quale bisogna senz’altro essere informati.

Ma questo è il mondo delle GRANDI notizie, quelle che finiscono sui giornali. Poi ci sono le piccole notizie, quelle che vivono sui social network.

Curioso infatti tutti i giorni su Facebook per vedere cosa dicono le persone che conosco – che ho conosciuto sulla Rete – e qualche volta commento anch’io i loro post.

Sono sempre tesa per capire cosa sta succedendo – in Italia ma non solo – e “che si dice” su quello che succede, visto che ormai “si dice” solo sul web: le parole passano per i byte, e non più sulle bocche come succedeva fino a pochi anni fa.

Ma il web è una proxy dell’infinito: ci sono infinite notizie, infiniti commenti, infinite opinioni.

E ormai ho l’impressione che nel tentativo di stare al passo con l’infinito, ho finito il mio tempo.

Le mie giornate finiscono in fretta, senza che io abbia avuto qualche minuto di tempo libero, in cui non ho fatto niente.

Non ho letto, non ho commentato, non ho pensato.

Credo che ormai la fine del tempo libero sia un fenomeno che riguarda tutti, anche perché il web ha consentito di stabilire un’infinità quantità di connessioni e relazioni. E se sei anche solo un po’ curioso – nel senso più sano della parola – vorresti leggere tutto, sapere tutto e parlare – sul web – con tutti.

Forse sono i sintomi di una nuova forma di dipendenza: il bisogno di sapere “in tempo reale” di cosa succede e cosa “si dice” in giro.

Se è veramente una forma di dipendenza, allora ne soffriamo in tanti.

Provoca – la nuova dipendenza – una stanchezza cronica, dovuta all’eliminazione del tempo libero.

Bisognerà curarsi?

3 thoughts on “La fine del tempo libero

  1. Nicola Losito ha detto:

    La soluzione è “apparentemente” semplice: basta fissare un tempo limite giornaliero di presenza sul web, scegliere uno o due siti generalisti da consultare e poi spegnere il pc.
    Così si recupera del tempo libero da dedicare ai propri interessi privati.
    Quello che impedisce la messa in pratica di questa semplice soluzione è la “notizia a strascico”, cioè il link che porta da altre parti che, a loro volta, linkano verso un altrove infinito…
    Nicola

    • Viola Veloce ha detto:

      L’unico modo per mettere in pratica i buoni propositi da te enunciati, sarebbe sconnettersi. Non avere un PC o un cellulare perennemente connessi e aprire la connessione un’ora al giorno. Ma se non sono connessa, mi sento morta. E inseguo anch’io i link verso l’infinito. Il web mi attira come il vuoto sbirciato dal margine di un burrone. Se non stai attento, ci finisci dentro.

  2. TADS ha detto:

    mi sa di sì,
    il web è come un “vizio”, fin quando sei tu a gestirlo è ok, quando è lui a gestire te si trasforma in dipendenza, alias patologia.
    Fermo restando l’impossibilità di leggere tutto e l’inutilità di immagazzinare un infinità di dati improduttivi… ti suggerisco, dall’alto del mio navigare da oltre sedici anni, di individuare alcuni punti di riferimento a te graditi, come blog, profili social, alcune testate on line e interagire con loro. Per esperienza… è molto più produttivo e acculturante sviscerare un argomento con qualche dozzina di commentatori sotto un tuo post che saltellare da un link all’altro. Tra l’altro è anche un modo per “umanizzare” il rapporto con la rete.

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