I campeggi naturisti garantiti dal FKK – Freikörperkultur che significa Free Body Culture – sono soggetti a una serie di regole piuttosto severe sul come e quando è vietato vestirsi, applicate a volta con mano troppo pesante dal servizio di sorveglianza croato del campeggio.
Faccio una prima premessa: in Croazia, dopo la guerra civile, molti militari sono entrati nella Polizia.
In Istria non ho mai visto un mendicante o un ambulante che cercasse di vendere collanine sulle spiagge. I turisti, insomma, vengono protetti a mano armata, visto che sono la principale ricchezza della Croazia.
La seconda premessa è che gli ex-militari che non sono entrati nella Polizia, fanno spesso parte delle Security dei vari alberghi o resort.
Nel nostro campeggio si vedono infatti queste montagne muscolose che girano in motorino per controllare che non succeda niente di strano, ma anche per verificare che nessuno si faccia il bagno col costume.
Perché farsi il bagno col costume è vietatissimo dalla legge del FKK, che mira a proteggere i naturisti dai guardoni, i quali, se proprio vogliono guardare qualche sessantenne senza reggiseno, devono avere la buona grazia di togliersi le mutande anche loro.
La scena alla quale è facile assistere è quindi la seguente: stai prendendo il sole sulla spiaggia e senti un fischio fortissimo (i guardiani usano il fischietto).
Ti volti e vedi un sorvegliante croato alto un metro e novanta per cento chili di muscoli (vestito con un’uniforme beige) che urla: “Togliere costume, prego!”, e poi lo ripete anche in tedesco.
In genere il malcapitato beccato in spiaggia col costume fa una faccia terrorizzata (come se gli avessero detto che lo stanno rastrellando per fucilarlo nel boschetto dietro la reception), e punta un dito verso se stesso, pronunciando il fatidico: “Io?!” (il costumato è quasi sempre italiano).
La guardia croata allora risponde: “Sì, togliere costume, prego!”.
A questo punto, lo choc è tale che ho visto dei poveracci – donne e uomini – spogliarsi addirittura in acqua, sfilandosi il costume con aria colpevole, mentre la guardia li teneva d’occhio per verificare che eseguissero l’ordine.
Trovavo la scena del fischietto così comica che – lo confesso! – quando lo sentivo suonare mi buttavo a vedere chi era stato sgridato dalla guardia, per non perdermi la scena della mutanda abbassata davanti a tutti (nessuno aveva il coraggio di non ubbidire all’ordine).
Ma poi, anche fra naturisti, ci sono state delle spaccature. Gli adolescenti, infatti, non si vogliono scostumare, e quest’anno non ho mai visto la scena del fischietto.
Qualche bene informato sosteneva che fosse stata promanata la legge ufficiosa che fino a sedici anni puoi tenere il costume in spiaggia, con l’obiettivo di non perdere i clienti tedeschi muniti di figli riottosi al naturismo, costretti (come Tommaso) a seguire i genitori nel pallosissimo campeggio naturista, dove non c’è niente da fare e soprattutto niente da comprare.
Vicino al campetto di pallavolo era infatti possibile vedere delle ciurme di ragazzini in costume che non si muovevano dalla loro postazione e avevano tutti l’aria di essere pronti a fucilare chi invece andava in giro con le palle e le tette al vento.
Ma torniamo al galateo nudista.
Se quindi in teoria è proibito stare in spiaggia col costume, è invece obbligatorio entrare vestiti in reception o nei due supermercatini del campeggio.
Fatto, quest’ultimo, inviso al naturista PURO, che non vorrebbe MAI vestirsi per tutta la durata della permanenza nel campo nudista.
La scena a cui si poteva assistere era quindi la seguente: il naturista che doveva andare in reception, arrivava nudo fino alla porta, e poi, siccome il naturista in questione in genere è tedesco e segue alla lettera tutte le regole del luogo in cui si trova, si arrotolava rabbiosamente sui fianchi un asciugamano e entrava in reception con l’aria di pensare: “Che barbare regole in questo posto!”.
Paola, una vicina di camper che teneva d’occhio un forum di naturisti del nostro campeggio (traducendo diligentemente tutti i post in tedesco con Google Translator con il solo obiettivo di farsi qualche risata), era riuscita infatti a scoprire che un gruppo di naturisti NUDI E PURI germanici aveva scritto una lettera alla Direzione del campeggio per lamentarsi del fatto che quest’anno c’era in giro TROPPA GENTE VESTITA. I naturisti in questione gridavano allo scandalo e chiedevano quindi “MENO MUTANDE PER TUTTI”.
Adesso però la smetto, perché in fondo sono una purista anch’io. Anche se però preferisco il total nude look, alla maglietta portata sulle palle al vento.
Considerata politically correct quando tira un po’ di venticello. E ci sono almeno sei gradi sotto zero.
In questo caso era facile riconoscermi: in pantaloni e giacca a vento chiusa fino al collo, chiacchieravo col vicino di roulotte che aveva una felpetta indossata su una canottierina scura. Solo sulla canottierina…