Il Concilio di Trento versus Italia-Nigeria

Domani Tommaso ha la verifica di storia.

Sarà la ventesima verifica dall’inizio dell’anno scolastico e questa sera ho passato due ore a studiare insieme a lui il Concilio di Trento, mentre Tommaso correva ogni tanto al computer per dare un’occhiata ai risultati della partita Italia-Nigeria.

Non so chi fosse più annoiato dei due: lui che voleva guardare la partita o sua madre che non voleva ristudiare il Concilio di Trento.

Ma da quando Tommaso ha cominciato le medie, siamo precipitati – tutti e due – nel buco nero delle verifiche che vengono effettuate quasi con regolarità bisettimanale, e che credo mettano a KO tutte le famiglie italiana con un figlio nella scuola media dell’obbligo.

La mole dei programmi è tale, e la numerosità delle suddette verifiche altrettanto immensa, da costringere i genitori di figli NON geniali a passare insieme a loro intere serate sui nuovi libri-macedonia di testo, dove vengono malamente mescolate – cito ad esempio quelli di italiano – l’esposizione delle regole grammaticali con esercizi, letture varie e adesso finti testi Invalsi sui quali il ragazzino si deve impratichire per non far fare all’insegnante la figura della cretina, quando tutta la classe verrà sottoposta al test alla fine dell’anno.

Il risultato è che i ragazzi, di fronte alla  QUANTITÀ’ di pagine che si trovano a dover studiare, spesso si perdono, e il genitore diventa una specie di Virgilio che li guida attraverso i libri, cercando di discernere – con il colpo d’occhio dell’adulto – quello che è utile sapere da quanto è invece assolutamente superfluo.

Spesso, però, il nostro buon senso vacilla di fronte alle novità didattiche che prevedono, sempre nel campo della grammatica italiana, il fatto che l’aggettivo numerale oggi venga declinato in non so quante versioni (credo che siano sei o sette, compreso l’aggettivo numerale moltiplicativo o qualcosa del genere).

Tommaso, che ancora vacilla nel riconoscere il soggetto, si trova quindi di fronte alla necessità di memorizzare insulse nozioni come quella dell’aggettivo numerale moltiplicativo.

Ma nel suo povero cervello non c’è posto per tutto, e se entra l’aggettivo moltiplicativo, esce il Concilio di Trento.

Mentre noi genitori vacilliamo sotto il peso delle serate passare a infilargli nel gozzo come a un’anatra da fegato qualche nozione appiccicaticcia sulla verifica del giorno dopo, che sarà dimenticata già all’intervallo.

A cosa serva il nostro sacrificio per aiutarli a prepararsi alle due verifiche settimanali, me lo chiedo tutti i giorni.

Serve di sicuro alle case editrici scolastiche che ci costringono a comprare ogni anno una ventina di chili di libri, quando invece una volta i libri di scuola erano asciutti e essenziali. E il tasso di asinità era sicuramente più contenuto di quello attuale.

I genitori erano più felici e si potevano permettere di guardare un film, una volta ogni tanto, mentre i ragazzi imparavano le nozioni di base che ti ricordi per tutta la vita.

Come sia stato possibile arrivare a questo strano risultato di super studio e suprema ignoranza è un altro italico mistero, di cui gli storici dovranno darcene conto fra qualche decennio.

Ammesso che i figli dei nostri figli sappiano ancora leggere e scrivere…

4 thoughts on “Il Concilio di Trento versus Italia-Nigeria

  1. Francesca ha detto:

    …da persona che dovrebbe essere storica di mestiere e da persona che non ricorda mai le date (davvero, sono un caso patologico), vorrei dire come sia sempre stata convinta che la storia fatta con le date sia qualcosa di ingessato e utile solo a chi vorrebbe che chi studia non capisse niente di quanto ha davanti. Per questo finisce sempre che i ragazzi preferiscono studiare le cose semplici e inutili invece di qualcosa di magari meno specifico, ma più importante per la loro crescita. Credo che la storia non sia fatta di date come è vero che una città non la giri conoscendo la posizione di pochi palazzi, che per quanto rappresentativi non dicono nulla dell’insieme. La storia è semplice, la fanno troppo tortuosa, complicata, in libri che non fanno che allungare il brodo. E glielo vorrei dire a questi parrucconi che i loro magnifici libri di storia a un certo punto degli studi possono essere allegramente gettati al macero. Per quanto riguarda tutto il resto, come hai ragione. Tutto questo nozionismo non fa altro che sfornare rifiuto per il sapere vero…

  2. Viola Veloce ha detto:

    Questa sera geometria: anche qui un lungo elenco di definizioni da mandare a memoria che genereranno, come dici tu, il rifiuto per il sapere vero. Sapere che deve essere digeribile. Questi invece sono sassi da scaricare il prima possibile. Che tragedia.

  3. Maurizio Sordini ha detto:

    La scuola deve preparare i futuri Brunetta che parlano di tutto ma non sanno niente. Una generazione di ignoranti è più facile da comandare. Gli esami a quiz vanno in questa direzione, per il calcolo delle probabilità azzeccare le risposte giuste non è così difficile. Dai la risposta giusta ma non sai perché è giusta….

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