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Lo stronzo non cambia mai: rimane sempre stronzo

Riprendo ancora la definizione di stronzo che dà Robert Sutton nel suo libro: “Il metodo antistronzi“.

Lo stronzaggine implica “la manifestazione prolungata di comportamenti ostili di natura verbale o non verbale, con l’esclusione del contatto fisico“.

Si può quindi essere molto stronzi senza insultare nessuno, come si può tranquillamente essere degli stronzi passivo-aggressivi, e cioè si può manifestare la propria stronzaggine senza mai smettere di essere sorridenti.

Il passivo-aggressivo riesce infatti a mettere in atto comportamenti ostili senza mai dimostrare una PALESE aggressività, ma è subdolamente stronzo, evitando così di provocare una reazione di difesa (magari aggressiva) da parte dell’altro.

Se uno ti tira un pugno, infatti, il tuo istinto è di tirargliene uno indietro.

Se invece qualcuno ti insulta col sorriso sulla bocca, tu rimani spiazzato, perché ci metti un po’ a “connettere” il sorriso ai contenuti offensivi della conversazione.

E’ quindi discretamente difficile difendersi dagli stronzi passivo-aggressivi, perché chi NON è stronzo, fa fatica a riconoscere la stronzaggine dell’altro.

Ma il problema è un altro: chi NON è stronzo, tende a dimenticarsi di un principio fondamentale: LO STRONZO RIMANE STRONZO.

Non esistono stronzi redimibili che diventano buoni o corretti. Se qualcuno si è comportato come uno stronzo, potete essere certi che lo farà ancora. Anche se per un certo periodo potrebbe sembrarvi simpatico e gentile.

Ma le brave persone fanno fatica a credere che si possa dimostrare un atteggiamento positivo e accogliente, quando in realtà l’obiettivo finale è quello di colpire l’altro, appena il poverino smonta la guardia.

No, non sono una paranoica con manie compulsive-ossessive che mette in guardia l’umanità contro le terribili catastrofi che derivano dal fidarsi dell’altro.

No, non lo sono. Sono solo una che ha poco tempo libero. E lo stronzo è tendenzialmente diseconomico, perché bugiardo, manipolatore e tende quindi a farti perdere tempo.

Farò un esempio condominiale, perché i condomini sono il regno degli stronzi (gli amministratori non sono in grado di tenerli a bada, e quindi scorrazzano liberi nei pochi metri quadrati dove hanno un po’ di potere).

Ordunque, mi piove in casa da più di un anno, perché i sottotetti sono stati recuperati – di dice così – da una famiglia di stronzi passivo-aggressivi.

Piove in casa anche al mio vicino di pianerottolo che ha l’acqua che gli cola sui muri.

Abbiamo educatamente scritto allo stronzo di sopra per chiedergli di mettere a posto la questione.

Ma solo quando le email raggiungevano un livello di aggressività sufficientemente elevato, lo stronzo si dava da fare e tentava di capire da dove venisse il problema.

Ha fatto qualche tentativo di mettere a posto il problema, ma poi ha venduto la casa: non sono più quindi cazzi suoi.

Ma sono rimasti però cazzi NOSTRI, perché a noi piove ancora dentro.

Io e l’altro vicino alluvionato abbiamo allora ricominciato a scrivergli e il risultato è stato che venerdì sera lo stronzo di sopra ha suonato alla mia porta.

Aveva in mano una macchina fotografica, era molto gentile, e mi ha chiesto di poter fare un’altra foto alla macchia che sta diventando una voragine e che si bagna ad ogni nuova pioggia.

In realtà di foto ne aveva fatte delle altre, e un po’ gliele avevo mandate anche io.

Ma venerdì ne ha fatta un’altra: ma era SOLO UNA CAZZO DI FOTO.

E poi è sparito. Perché tanto ha venduto la sua maledetta casa e sta cercando di scappare senza dover pagare i danni procurati da lui.

E io, venerdì, quando l’ho visto entrare da me con la sua macchina fotografica, gli ho creduto: pensavo che lui volesse veramente occuparsi del nostro problema.

Faceva un sorrisetto gentile, era molto rassicurante, e io mi sono dimenticata del principio che vado affermando, e cioè che siccome è uno STRONZO, rimarrà uno stronzo.

E mi stava quindi solo pigliando per il culo, con la sua bella macchina fotografica appesa al collo come un giapponese in visita a Roma.

Morale della favola: lunedì mi toccherà andare alla posta per mandare una raccomandata con la ricevuta di ritorno, come nel 1880, a lui, all’amministratore e a non so chi altro, per minacciare non so quali conseguenze giudiziarie nel caso in cui la macchia diventi un buco nero dal quale piova dentro fino alla fine dell’umanità.

Credo che le religioni servano a questo: consolano le vittime degli stronzi. Promettono una ricompensa celeste a chi degli stronzi è vittima innocente.

Inutile dire che dove esiste ancora un sistema condiviso di valori e buona condotta, di stronzi ce ne sono di meno.

E anche l’economia va meglio.

Voglio rinascere tedesca. Norvegese. Danese. Ma italiana no. In che posto schifoso sono finita.

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Omicidi in pausa assemblea di condominio

Ho già in mente il seguito di “Omicidi in pausa pranzo”.

Il nuovo giallo sarà ambientato in un condominio e Francesca, la protagonista, si trasformerà da vittima a probabile serial killer.

Di un’altra condomina.

Che progetterà di uccidere in modo fantasioso e creativo.

Ma il punto è che ieri ho rischiato IO di lasciarci le penne.

In condominio.

Uno dei condomini – appassionato di ottone – ci ha infatti costretti a comprare delle lampade TERRIFICANTI di inizio secolo da mettere nella tromba delle scale.

E ieri sera ne hanno montata una di cristallo, ORRENDA E RICCIOLOSA, che sarebbe stata bene in una profumeria degli anni ’30 a Saint Tropez.

La suddetta lampada ha perso uno dei riccioli – che si è schiantato al suolo come una bomba – circa un secondo prima che io infilassi la mia capoccia sotto la MOSTRUOSITÀ’ VINTAGE.

Sono entrata nell’ingresso, ho fatto i pochi passi che mi separano dalle scale e ho sentito un boato.

Era il ricciolo che crollava a mezzo metro dalla mia testa.

Ordunque, mi dico, perché in un pulcioso condominio milanese nessuno ha il coraggio di opporsi alle lampade INUTILI  E PERICOLOSE scelte da un altrettanto inutile e pericolo condomino?

Per lo stesso motivo, dico io, per il quale stanno rifacendo una legge elettorale uguale al Porcellum.

Nel mio condominio, si è formato un CERCHIO MAGICO DI CONDOMINI che si fanno favori a vicenda, compresi quelli miserabili e meschini di lasciare al più cretino la scelta delle lampade da mettere nelle scale.

E nessuno dice nulla.

Anche io non mi sono opposta alla lampada che avrebbe potuto spaccarmi la testa per amore di QUIETO VIVERE.

Sono eticamente collusa perché non voglio passare le mie giornate a litigare.

E già litigo parecchio…

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