I have a dream

Scomodare Martin Luther King per il titoletto di un post è veramente meschino.
Tanto meschino quanto il MIO sogno.
Vorrei una stanza-lavanderia. La vorrei con dentro un’asciugatrice gigante, di quelle che non ti stropicciano la roba.
Un Tumble Dryer, come lo chiamano gli americani, da 20 chili. Ciclopico, immenso, silenzioso, che faccia il suo porco lavoro – asciugare le lenzuola, le mutande, i calzini – in una stanza separata dal resto della casa (gli americani hanno le villette).
Chiudi la porta e te ne vai. Torni quando è tutto finito (asciutto).
Io invece ho la lavatrice in cucina, di fianco alla lavapiatti, e lo stendino sempre aperto, nell’ingresso, che schifo…

Ho un altro sogno: che anche in Italia si comincino a produrre vestiti, sempre come negli Stati Uniti, con quelle stupende stoffe sintetiche che non devi stirare.
La viscosa è meravigliosa (fa anche rima).
Un abito in viscosa lo puoi lavare per anni, appenderlo su uno stendino (non ho il Tumble Dryer) e il mattino dopo è perfetto, praticamente nuovo. Come un paio di vestitini che ho comprato in America dieci anni fa, pagandoli pochissimo, e che uso ancora.

Negli Stati Uniti tutti i tessuti, o quasi, vengono trattati con l'”antistiro”, un liquido sbalordivo che funziona come un appretto perpetuo.
Certo, il lino è meglio, bello anche quando si stropiccia, e il cotone egiziano è più fresco di una camicia di viscosa trattata con l’antistiro.
Ma nel locale lavanderia delle casalinghe americane, c’è tutto, tranne che il ferro da stiro.

In un paese dove le donne lavorano, e  tanto, a nessuno passa più per la testa di tenerle chiuse in casa il sabato e la domenica a stirare le camice del marito e le magliette dei figli.
Gli americani vanno in giro stropicciati o antistirati, e il weekend si infilano quello che capita, senza starci a pensare su troppo.
La “vasca” all’italiana, e cioè la passeggiata domenicale, tutti in tiro, per la piazza del paesotto, non è compatibile con un’occupazione femminile che, sempre negli Stati Uniti, è pari a quella maschile.

Nessuna donna non può sopravvivere al lavoro a tempo pieno, senza portare fino in fondo la rivoluzione degli elettrodomestici. Rivoluzione capitalistica che libera forza lavoro femminile qualificata e a basso costo, ma offre in cambio alla lavoratrice uno sgravio dai lavori domestici. Grazie appunto agli elettrodomestici, tra cui il Tumble Dryer. E grazie alle stoffe antistiro, che reclamo dall’industria tessile italiana (anche se poi produce tutto in Cina).

Ultimo sogno: la rivolta dei ferri da stiro. Tutte le donne italiane lo buttino dalla finestra e mandino in giro figli e mariti spiegazzati.
Se poi proprio ci tengono – i mariti – al polsino stirato, che se lo stirino da soli, visto che lavoriamo anche noi, come loro, o quasi come loro.
Anche i figli che pretendono dalla mamma lo stiro del jeans, imparino a stirare.
A stirare si impara, chiunque può farlo. Non è come allattare, che ci vogliono le tette.
Basta prendere il ferro, attaccarlo alla corrente, e passarlo sui panni inumiditi.
Che non vi chiederanno se sei un maschio o una femmina, ma si lasceranno stirare.
Passivamente. Senza lamenti.

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