Tommaso fa la prima media.
E’ il sesto anno della mia vita che passo i weekend chiusa in casa a fare i compiti insieme a lui.
20 operazioni tutte le domeniche pomeriggio – alle elementari – anche se Tommaso è discalculico: capisce la matematica, ma non sa fare i calcoli. Anche adesso, di domenica, facciamo le espressioni, studiamo storia e un’altra tonnellata di roba che Tommaso si dimenticherà nel giro di poche ore (una volta preso il 6 nell’interrogazione).
Ho provato, quando mio figlio era alle elementari, di convincere le maestre a lasciarli senza compiti – i bambini, ma anche noi mamme – per almeno un weekend al mese.
Niente da fare: le maestre hanno detto che no, i compiti erano necessari. I bambini non si potevano fermare MAI. Neanche durante le vacanze di Natale, quelle di Pasqua e quelle al mare.
Noi mamme italiane a correre dietro ai pargoli per fargli fare i compiti, mentre i bambini tedeschi, olandesi, nordici insomma, erano belli tranquilli. Niente compiti. Anzi, come mi spiegò un papà sloveno, compagno di campeggio, se i bambini fanno i compiti a casa, è perché non hanno imparato niente a scuola!
Bene: ho in mente un piano. Tutte le mamme d’Italia un giorno si vendicheranno del tempo passato a perseguitare i loro figli per fargli fare i compiti.
Daremo noi, le mamme, i compiti a casa alle insegnanti: qualche bel tema, tre o quattro capitoli di storia, i settori produttivi di tutte le Regioni d’Italia, e poi le interrogheremo noi. Il 15 agosto! Il 26 dicembre! Il 4 gennaio!
E le bocceremo, Dio sa che le bocceremo!
Sarà bello, bellissimo.