Tutti quelli che lavorano nelle aziende italiane hanno avuto il piacere di sentire qualche milione di volte la parola “capo”.
Una passione tutta italiana – sentirsi un capo – che nelle grandi aziende private e in quelle pubbliche prende un’accezione particolare: il capo è colui che NON lavora.
In italia, quando vieni nominato capo, entri in una specie di nirvana aziendale, che ti concede come massimo privilegio proprio quello di non fare un cazzo.
Le tue risorse – ci chiamano così – faranno tutto al posto tuo: ti scriveranno le email che poi manderai a tuo nome (sì, faccio anche questo per i miei capi), prepareranno le slide, fisseranno le sale riunioni, contattatteranno gli altri capi/colleghi al posto tuo, e alla fine si toglieranno di mezzo al momento giusto per aiutarti a credere che in fondo hai fatto tutto tu. Farina del tuo sacco.
E’ un brutto vizio pensare che il lavoro sia una cosa da schiavi. Ce lo portiamo dietro dai tempi dei romani.
L’ozio – filosofico – è un privilegio concesso a chi se lo merita. Chi lavora è un povero coglione.
Non importa se andremo tutti a picco, magari qualcuno sull’auto blu, il burrone è lì. Ci aspetta.