Pensavo che fosse solo mia madre a stalkare Tommaso su Skype. Ma a quanto pare non è l’unica.
Mia madre, anni 82, lucidissima, severissima, con il Parkinson in un stadio abbastanza avanzato, si è fatta regalare da mio fratello un Galaxy.
Voleva vedere i nipoti su Skype. Le piaceva l’idea di fare ciao con la manina e urlare: “Tommaso, fatti vedere! Voglio vederti meglio!”.
Io e mia sorella le avevamo fatto vedere l’iPad e c’eravamo collegate su Skype. Figata! A mia madre era sembrato una figata!
Mio fratello, che abita nella sua stessa città, ha cercato di resistere per un po’.
L’idea di attaccarsi al telefono e farle l’abbonamento ADSL, comprare il modem, il Galaxy, eccetera, gli sembrava una grossa rottura di palle.
Poi non ce l’ha più fatta: sono arrivati il Galaxy + l’ADSL.
E stalking a gogò.
La scena era la seguente: mio fratello, insieme a mia madre, chiamava Tommaso su Skype.
Lui magari ce l’aveva spento o non sentiva la chiamata.
A questo punto arrivava una telefonata analogica: “Come mai non siete connessi a Skype?”.
Allora ci collegavamo e partiva la videofonata (una volta le chiamavano così…): “Ciao Tommaso, fatti vedere, eccetera”.
Per fortuna il gioco è bello, perché dura poco. Le videofonate su Skype si sono diradate e adesso possiamo tenerlo spento.
Ma qualche sera fa, ho scoperto che è un fenomeno in via di diffusione.
Le nonne che danno la caccia ai nipoti su Skype si stanno moltiplicando.
Li stanano ovunque essi siano e hanno la rêverie di trovarli sempre connessi.
Per chiedergli se hanno mangiato e roba del genere.
Si incazzano se i nipoti non sono connessi. Si preoccupano.
Perché non rispondono?
Non sarà mica successo qualcosa?
Persecuzioni amorose 2.0.
Il buon Dio ci salvi dalle nonne tecnologiche…