Dunque, Fabri Fibra è l’idolo di mio figlio. Idolo suona banale, ma rende l’idea.
Tommaso impara le sue canzoni a memoria e guarda quei video zarrissimi in cui Fabri fa vedere i tatuaggi.
Ma il problema non è questo.
Il problema è che il mio vicino di casa – un venticinquenne che abita di fronte alle nostre finestre – adora anche lui Fabri Fibra e sente le sue canzoni a un volume mostruoso.
Negli ultimi giorni lo sentivo cantare e urlare: “PUTTANA!” a tutte le ore del giorno e della notte, mentre seguiva una base musicale un po’ rappata.
Non avevo capito che era Fabri Fibra e oggi ho chiesto a un collega se conosceva per caso una canzone italiana il cui refrain fosse “NON FARE LA PUTTANA”!
Lui l’ha beccata subito: era di Fabri Fibra.
Sono stata cretina a non mettere la frase “Non fare la puttana” su Google e fare “Cerca”.
Dunque, la situazione è questa: vivo di fronte a uno che sente venti volte al giorno quella canzone, e quindi urla “PUTTANA” almeno cento volte al giorno.
Adesso sto scrivendo questa parola sul blog e mio figlio di sicuro comincerà a cantare anche lui “NON FARE LA PUTTANA!”, pensando che un musicista della levatura di Fabri Fibra è un gigante musicale della modernità e soprattutto gli stanno molto bene i pantaloni verde acido da rapper lombardo.
Io invece ho la sensazione sempre più VIOLENTA che il crollo sia vicino.
I barbari stanno arrivando – sono forse già dentro di noi – e ci invaderanno – forse dall’interno – trasformando il nostro mondo in qualcosa di molto vicino a Idiocracy, il film di para-fantascienza di Mike Judge.
Da vedere. Sono una fan del Presidente degli Stati Uniti, Camacho. Ex-attore porno, campione di wrestling e Presidente di un paese dove si beve solo una bibita verde con gli elettroliti. Che piacerebbe a Fabri Fibra.