Ho pubblicato su Amazon tre libri in sei mesi.
Lo confesso: non scrivo un libro al bimestre.
I tre libri li ho tirati fuori dai cassetti, dove giacevano dopo le lunghe e sonore bocciature ricevute dagli editori.
Scrivo – ahimè – da un bel po’ di anni.
Avevo anche un agente, qualche tempo fa, che “ci credeva”.
Ma poi i libri me li bocciavano lo stesso.
L’agente allora mi diceva: “Dai, scrivine un altro. Io in te ci credo!”.
E così ne ho scritti tre nel giro di sei anni.
Poi – io sono masochista – ho finalmente capito che non era l’agente giusto e ci siamo lasciati.
Ho mandato – da sola – i libri a qualche editore.
Mi ha risposto subito un editore piccolo ma molto cool, che pubblicava dei libri bellissimi.
Mi ha detto: “Te lo pubblico il tuo libro: vieni al Salone di Torino che ci conosciamo!”.
Accidenti, ho pensato, sono stata più brava io del mio agente!
Ma quando sono andata a Torino, ho fatto fatica a trovare lo stand della casa editrice molto cool.
Era seminascosto in una delle zone dove vendono i libri sui riti celtici e su come coltivare le Rose del deserto.
Oddio, ho pensato, se va male a LORO, come può andare bene a ME (con loro)?
Poi ho parlato col giovane editore – molto figo, per carità – che mi ha detto: “Ti pubblico, ma mettiti in coda insieme agli altri autori. Sai quanta gente c’è che vuole farsi pubblicare da ME? Se sai aspettare, arriverà il tuo turno”.
Che cos’ho fatto, allora?
Mi sono inginocchiata sui CECI e gli ho baciato la mano, ringraziandolo umilmente e umidamente?
No, sono SCAPPATA!
Ho pensato: “Sto già (tutto il giorno) in ginocchio sui CECI in ufficio, e adesso devo farlo anche davanti all’uscio di un piccolo editore che venderà 200 copie del mio libro – perché non sa fare le promozioni – e poi dirà che è colpa mia: “Hai scritto una schifezza che non riesco a vendere!”.
Per carità, ho pensato, basta con i CECI!
Se proprio devo mettermi in ginocchio – sempre sui CECI – che sia per lo meno davanti all’uscio di un castello, non di un bilocale a Trezzano.
Sono ordunque scomparsa, e ho cominciato a guardarmi in giro sul web.
Ho scartato i concorsi letterari organizzati dalle grandi case editrici perché servono solo a tenere gli esordienti dentro a recinti ben guardati, dai quali non possono scappare.
Gli esordienti in questione si scannano tra loro per eleggere un vincitore, e intanto devono cedere agli editori i diritti dei libri per il solito TOT di anni.
Poi, finalmente, è arrivato il self-publishing.
Quello degli americani, che danno a tutti una possibilità – per davvero – come raccontano nei loro film.
Anche il più sfigato ce la fa, purché sia onesto e di buona volontà.
E così ho cominciato a pubblicare i miei vecchi libri su Amazon.
Non ci sto guadagnando niente – mi faccio da sola delle campagnucce di marketing e reinvesto quello che guadagno – ma il mio fegato è salvo.
Anche le ginocchia. Nessun segno di CECI sulle rotule.
Persino la dignità è salva. E il divertimento pure.
Quello che mi piace di te è che non demordi mai, non ti fai abbattere dalle delusioni che colpiscono tutti gli scrittori privi di sponsor e raccomandazioni. Ora ti sei lanciata con coraggio nel self-publishing ben sapendo che anche qui non sono rose e fiori. Non posso quindi che complimentarmi con te e augurarti il successo che meriti. Anche, e soprattutto, per la sincerità con cui parli di te e dei tuoi problemi.
Nicola