Tommaso ha dodici anni.
E’ nato negli anni terribili in cui i nostri figli sono diventati il target preferito dei signori del marketing.
Ai signori del marketing piacciono molto i bambini.
Per due motivi fondamentali.
IL PRIMO: noi siamo disposti a spendere un sacco di soldi per i NOSTRI FIGLI.
IL SECONDO: i nostri figli saranno i consumatori di DOMANI, e bisogna allenarli a SPENDERE.
Devono imparare molto in fretta a provare dei piccoli piaceri quando comprano cose inutili.
Un ragazzo di dodici anni è già un consumatore fatto e finito, e Tommaso SBATTE VIA tutti i soldi che gli regalano amici e parenti.
Ma non voglio pontificare sul consumismo giovanile, voglio parlare di quello senile, di noi genitori.
Voglio parlare delle camere da letto dei nostri figli, ingombre delle cose inutili che gli abbiamo regalato noi adulti.
Oggetti vari e disparati che bisogna buttare via – continuamente, incessantemente – se vuoi che tuo figlio abbia ancora un po’ di spazio per dormire e fare i compiti sul tavolo della sua cameretta.
Quando Tommaso è nato, non mi aspettavo che la nostra casa si sarebbe riempita delle sue SUE COSE.
E’ stato un processo graduale.
I primi giochi glieli ho comprati io.
Mi ricordo una volta che gli portai a casa un trattore con il rimorchio (a pedali).
Lui lo vide e impazzì dalla gioia.
Il trattore venne usato per un paio di settimane e poi si ruppe.
Finì in cantina insieme a un vecchio triciclo.
Poi cominciarono ad arrivare montagne di altri regali, sempre più grossi, sempre più facili da rompere e che sempre più spesso finivano in cantina anche loro.
Poi ci fu la prima vera festa di compleanno, che organizzai insieme alle mamme di un paio dei compagni di classe dell’asilo dove andava Tommaso.
Avevamo deciso di portare tutti i bambini ai Gonfiabili vicino a San Siro.
Dopo il taglio delle torte, una mamma, più esperta di me, preparò tre seggiole e urlò: “Poggiate qui i vostri regali, per favore!“.
Sulla seggiola di Tommaso si accumularono 20 pacchetti!
Mi ricordo di aver guardato la pira di regali che cresceva e di aver pensato: “Adesso gli do fuoco! Dove mai li metterò?”.
Poi, la stessa mamma esperta urlò: “E’ vietato aprire i regali! I pacchi vanno scartati a casa!“.
Ritornai indietro con la montagna di regali dentro un paio di sacchi, e Tommaso ci mise due giorni interi per finire di scartarli.
Il consiglio della mamma era di buon senso, perché mi ritrovai con montagne di carta e fiocchetti che invadevano la casa, mentre Tommaso scartava i regali e li guardava distrattamente, con la stessa noia di un emiro del Qatar che passa in rassegna le sue Rolls-Royces.
Da quel giorno, ho cercato di combattere contro i regali.
Mi sono battuta perché le mamme si organizzassero in gruppi per fare solo un paio di regali alle feste di compleanno di Tommaso (invece dei venti di prammatica), ma non sono riuscita a impedire che la stanza di Tommaso si riempisse di COSE INUTILI.
E così, almeno una volta all’anno, aspetto che lui non ci sia, e poi infilo dentro a dei sacchi di plastica tutto quello che gli hanno regalato e lui non usa più (e che spesso non ha neanche mai usato).
Cerco di fare dei sacchi intelligenti (plastica e carta), ma molte delle cose che butto via sono INCLASSIFICABILI: né carta, né plastica, ma neanche degne dell’indifferenziato, perché hanno magari qualche parte meccanica in acciaio (e qui ritorno sul tema del post precedente).
L’INCLASSIFICABILE va quindi a finire dentro un sacchetto “separato” che porto in cantina.
Non a marcire, come raccontava Anna della sua amica lussemburghese che si rifiutava di fare la raccolta differenziata e nascondeva il pattume in garage per portarlo di notte nei cassonetti delle zone più periferiche della città.
No, in quel sacchetto non c’è nulla che possa marcire. In genere ci finiscono i telecomandi dei giochi elettronici, più i giochi elettronici in questione.
Quei sacchetti resteranno in cantina fino a quando non li porterò in una RICLICLERIA, luogo mitologico che non ho mai visitato e dove forse c’è qualcuno che sa come disfarsi di tutti i vecchi giochi rotti di Tommaso.
Ma qualcuno è mai stato in una ricicleria?
Esistono veramente?
Sono piene di cittadini responsabili che chiedono in quale bidone buttare i regali di compleanno?
E se smettessimo di fare tutti questi regali ai nostri figli e a quelli delle amiche?
(Ma io sono la prima a continuare a peccare…)
Cerca su facebook “regalo milano” e troverai almeno 4 gruppi dove regalano a chi se lo viene a prendere. Nella mia zona funziona. Fotografo quello che non mi serve e la gente viene aprenderselo. Con i giochi e vestiti funziona perfettamente.
Si prendono anche i giochi a cui mancano metà delle carte, o che si sono rotti, o che sono luridi, o che non funzionano più?
Il problema è che il made in china dura poco.
o ho avuto una bambola che è durata tutta la mia infanzia. I giochi erano solidi e resistenti e i tuoi te ne compravano pochi. Oggi i giochi sono troppi e tutti mezzi rotti. ma cercherò il gruppo Regalo Milano perchè tu smanetti ancora più di me.
Li fotografi e li posti, dici.
Ma quando dormi?
Mi trovi perfettamente d’accordo, io con due figli sono messa allo stesso modo, solo che tutto è raddoppiato. Vogliamo parlare della moda di fare il regalo ad un figlio quando è il compleanno dell’altro??? La ricicleria esiste nella mia città (Terni) ma i giocattoli li “schifano” perché la maggior parte sono fatti di plastica dura irriciclabile.
Oddio, il giocattolo non è riciclabile? Mi dispiace per tutta quella plastica buttata al vento, ma MI CONFERMI che il giocattolo vecchio, con qualche pezzo in acciaio, va nell’indifferenziata? Non verremo arrestati dalla Polizia Politica della Monnezza? Ho paura…
Argomento spinoso. Fino ai 4 anni dei miei figli ho fatto le feste specificando che non volevo regali, con la scusa che casa nostra è troppo piccola per aggiungerci anche solo uno spillo. La cosa alla fine piace di più di quanto si possa immaginare, perché liberi gli invitati dall’obbligo di comprare una minchiata inutile. Però dopo i 4 anni è sempre stato impossibile continuare, perché i figli capiscono che ricevere il regalo fa parte della festa. E allora faccio una cosa ancora più tremenda: dopo la festa metto subito via una buona parte dei regali ricevuti e li riciclo per i regali dei compagni dei miei figli. L’unico rischio è ridare lo stesso oggetto al bambino che l’aveva regalato. Ma è un rischio basso, in quel mucchio mostruoso che sono i regali delle feste di compleanno. I miei figli sono abituati a scegliere solo le cose che interessano loro di più. Sono troppo matrigna? Ma casa nostra è troppi piccola per accogliere tutto quel pattume dei compleanni. E i miei figli si abituano a non attaccarsi troppo agli oggetti. Spero.
Grande Bruna! Sei tedesca nell’animo, non per nulla hai vissuto a Berlino per tanti anni e non per nulla sei la blogger più visitata d’Italia.
Signori e Signore, Bruna manda avanti da anni, da sola e aggratisse Survive Milano.
Onore e rispetto alla eco-mamma.
Ecco il sito di Bruna: http://www.survivemilano.it/.