Un paio di giorni fa, il responsabile della narrativa italiana della Rizzoli ha stroncato tout court sul Corriere della Sera gli autori autopubblicati .
Solo una casa editrice garantisce un prodotto di qualità, ha detto.
Ma, soprattutto, solo una casa editrice garantisce che il libro venga editato da un editor. Un editor professionista.
Bene, il mio libro – quello che va meglio, Omicidi in Pausa Pranzo – è stato editato da due editor professionisti che mi hanno dato ottimi consigli.
Tra l’altro, uno di loro scrive – in qualità di ghost writer – una buona parte dei gialli che vengono pubblicati in italia, perché le case editrici spesso i libri li fanno riscrivere da un editor, e perché gli autori famosi – che fanno molto marketing – non hanno tempo di scriversi da soli i loro libri.
Quindi, si può essere autori autopubblicati ed avere un editor che lavora anche per gli editori VERI.
Io ho anche un editor self, come me, che si chiama Dalia Lentini, brava e intelligente.
Ascolto tutti i suoi consigli. E non pubblico nulla senza avere chiesto la sua opinione.
Poi sono disgrafica, e ogni tanto ci infilo dentro lo stesso qualche refuso.
Ma ormai tutti i libri sono pieni di refusi. Soprattutto quelli tradotti.
I traduttori vengono pagati poco e quindi traducono in fretta.
E poi un autore autopubblicato si può rivolgere a un grafico professionista per farsi fare la copertina.
O se è bravo, se la può fare lui.
Insomma, non sono tutte così schifose le copertine del selfpublished.
Ma qual è il segreto del NOSTRO successo?
Quello di offrire una qualità più che decente a un prezzo basso.
Non dobbiamo mantenere una casa editrice e quindi abbiamo poche spese.
Anzi, l’autopubblicato ha in genere un lavoro, e quindi non campa dei propri libri.
E può fare quello che gli economisti chiamano dumping.
Vendere cioè a un prezzo più basso degli altri per entrare sul mercato.
Siamo infatti in TRE – tutte femmine – a resistere da qualche tempo nella classifica dei TOP 100 di Amazon.
E tutte e tre teniamo i prezzi bassi, offrendo una qualità più decente al lettore che caccia UN EURO per leggerci.
Scriviamo cose diverse – rosa, gialli e rosa-crime – a prezzi calmierati.
Quello che gli editori temono, in realtà, è la concorrenza sul prezzo.
Con un prezzo basso e un prodotto decente ti puoi infilare come un moscerino sulla schiena dell’elefante.
E ronzargli un po’ nelle orecchie, mentre lui ti dà delle nasate per sbatterti via.
Mi scusino gli altri autopubblicati se non parlo di loro, ma ho in gran conto i buoni rapporti tra donne e noi TRE MARIE (una marca di panettoni milanesi: io sono di Milano) abbiamo rapporti più che decenti tra di noi.
Ecco un po’ di linkini se volete comprare i miei ebook, quelli di Liliana Carlota Lorenzo e quelli di Daniela Volontè.
Viola Veloce
Lilia Carlota Lorenzo
Daniela Volontè
PS: l’autopubblicato è uno smanettone. E lo siamo anche noi tre…
Concordo. Sono stato al World Fiction Festival di Matera e tutti hanno concordato (autori, case editrici, agenti e agenzie) che il domani è quello del self publishing digitale. Il libro cartaceo non morirà, ma sarà un prodotto talmente di nicchia e costoso che le liste di nozze si faranno in libreria.
Sì, sì, penso che sarà così. Non succederà tra cinque anni, ma tra venti di sicuro. E noi nel frattempo avremo accumulato conoscenze sul marketing digitale che non avranno le case editrici. Che in questo momento privilegiano la paura alla capacità di mettere in pratica strategie di sopravvivenza.