Chiudo il ciclo della Fondazione sul Self Publishing facendo qualche previsione. Dal passato.
Immaginiamo di essere nel 2033.
Grazie alla mobilità dei fattori produttivi, i redditi mondiali hanno subito un livellamento osmotico.
Ovvero: il capitalismo oggi è in grado di spostare la produzione dove la mano d’opera costa di meno, con il risultato che dove il capitale si sposta, aumenta il costo della mano d’opera.
E’ quindi molto probabile che tra vent’anni un operaio italiano guadagni come uno cinese, così come un ingegnere indiano potrebbe guadagnare tanto quanto un ingegnere americano.
Il meccanismo è molto semplice: io faccio scrivere software a Bangalore e il costo del lavoro degli ingegneri indiani aumenterà fino al punto in cui diventerà uguale a quello degli ingegneri americani.
A questo punto, il paradigma della concorrenza perfetta – che prevede un livellamento dei prezzi e dei costi di produzione verso il basso – si sarà avverato.
Tutti noi salariati guadagneremo più o meno lo stesso stipendio, mentre continuerà ad esistere una élite internazionale molto ben remunerata e in grado di comprarsi ville e panfili.
Questa élite sarà per davvero internazionale, come sta già succedendo, e si comprerà le ville a Forte dei Marmi (lo fanno già i russi), mentre noi mangeremo meno del mezzo pollo delle statistiche, visto che prima ce lo mangiavamo per intero, mentre adesso dovremo dividerlo con qualcuno che ha fatto la Business School di Shanghai.
Noi europei e americani saremo mediamente più poveri, e mio figlio non andrà a sciare a Cervinia.
A Cervinia andrà a sciare il figlio di un mafioso russo, mentre il mio sarà chiuso in casa con un PC e qualche altra device.
Non so se mio figlio leggerà dei libri come li conosciamo noi: forse leggerà una forma mista – dialoghi + vignette – su un Kindle o qualche altro aggeggio del genere.
Questo aggeggio sarà naturalmente a colori, e i “libri” che mio figlio leggerà dovranno costare molto poco.
Primo, perché non sarà un lettore.
Secondo, perché mio figlio guadagnerà come un ingegnere/operario di Bangalore.
Questo significherà che i diritti i sfruttamento sulle opere di ingegno dovranno essere abbassati fino a toccare una percentuale bassissima del costo dell’opera, e che gli editori del futuro saranno sostanzialmente degli informatici.
Forse qualcuno di loro si ricorderà ancora dell’esistenza del congiuntivo, ma probabilmente no.
Le strips sono tutte al presente.
Ecco: voi pensate che tra vent’anni ci sarà il denaro per remunerare un Direttore Vendite che ama fare lunghi e operosi meeting con i suoi Primi Livelli per decidere come vendere le strips a mio figlio?
O credete invece che al suo posto ci sarà qualche barbuto hacker che sa come infilare su qualche forum la scintilla del marketing online che accenderà in mio figlio l’insopprimibile voglia di spendere un euro per leggere il fumetto in questione?
Ma questo è il primo scenario. Quello ottimista.
Quello pessimista è che mio figlio si scarichi da FutureTorrent il fumetto in questione per non pagare neanche l’euro.
Adesso sto vaticinando di libri. Ma lo stesso discorso si può fare per tutti i beni che possono essere dematerializzati.
Bene, hanno venduto per 30 milioni di euro il palazzo di Via Solferino del Corriere della Sera.
Per quanto ancora funzioneranno la rotative?
Ai posteri la facile risposta.
Magari si avveri quella del direttore vendite. In realtà sarà sempre ben remunerato, perché ammanigliato al mafioso che va a sciare.
L’Italia è piena di Direttori Vendite di cui si farebbe volentieri a meno. Ma concordo con te. C’è il rischio che l’estinzione sia scongiurata da nuove e strategiche alleanze.
Oggi ti trovo un po’ troppo pessimista o, forse, troppo realista.
Mi auguro che le cose non procedano come tu hai descritto e che, invece, un colpo di teatro cambi la direzione del futuro e renda le persone più attente alle scelte da fare.
A presto.
Nicola
Ahia, che scenario apocalittico. Non ci posso proprio pensare. Noi vabbè, ma per i nostri figli sarà durissima. E noi avremo solo le nostre case catapecchie da lasciare loro in eredità…Non ci voglio pensare. È la mia unica strategia.