Odio la squola, oggi più di allora

Sono pochissimi i fortunati che sono stati benedetti da un’insegnante brava/bravissima che li ha aiutati a provare PASSIONE per la materia che insegnava.

A me è successo solo una volta, al liceo, con l’insegnante di italiano, mentre ho serenamente detestato TUTTO quello che mi hanno fatto studiare a scuola (università compresa), per un periodo durato complessivamente 18 ANNI.

Il fatto che mi piace scrivere dipende sicuramente dalla gentilezza dell’insegnante in questione, che con noi studenti era educata e gentile fino al punto di darci del Lei.

Ho invece detestato tutte le altre materie, anche se i professori avevano in genere un unico demerito: quello di essere un po’ noiosi. 

Non erano severi, però, anzi ci lasciavano vivere.

Ebbene, da DUE MESI DUE, io e Tommaso studiamo quasi tutti i giorni per preparare le verifiche di fine quadrimestre.

Questa serie infinita di verifiche – orali e scritte – si concludono spesso con un cinque e mezzo, che può essere RECUPERATO  con un ulteriore verifica.

Tommaso inoltre  è dislessico, fatto in genere collegato a un problema di memoria: ne ha poca.

Non si ricorda i giorni della settimana, i mesi dell’anno, le tabelline, e a maggior ragione l’anno in cui hanno decapitato Anna Bolena o le date fondanti della Guerra dei Trent’anni, conclusasi con non so quale pace e con non so quale nuovo equilibrio europeo.

Per permettergli quindi di rispondere ai quizzoni di storia sulla monarchia inglese, può portarsi a scuola delle mappe logiche che prepariamo insieme al computer.

Le mappe logiche in questione – fatte con un programma che si chiama CMaps – sono diventate il nostro tormento.

Passiamo le serate insieme a fare le mappe, e io sento crescere dentro mio figlio un ODIO PER LA SQUOLA  che è infinitamente più radicato di quello che provavo io.

Oggi la scuola italiana sembra avere come unica missione quella di valutare quanto hanno appreso i nostri ragazzi nelle poche ore dedicate all’insegnamento.  Perché le ore di lezione vengono sacrificate a favore delle ore dedicate alle interrogazioni e le verifiche.

E lo studio altro non è che la preparazione alle VERIFICHE.

I ragazzi vivono quindi in uno stadio di ANSIA PERENNE, che ha solo l’effetto di far rinchiudere su se stesse le loro piccole menti spaventate.

Come spiega il mio amato Sugata Mitra – del cui discorso da vincitore dei Ted Talks copioincollo il link alla fine del post – gli esseri umani hanno una parte del cervello di origine rettile, che ci aiuta a sopravvivere in situazioni di pericolo.

La porzione di origine rettile del nostro cervello, quando c’è una minaccia in corso, chiude la parte prefrontale, che è quella deputata all’apprendimento, e ci aiuta invece a gestire le funzioni fisiologiche deputate alla sopravvivenza.

Ci spaventiamo e ci nascondiamo, oppure ci difendiamo e mordiamo – o spariamo – a chi ci sta minacciando.

In parole povere, se ci sentiamo in pericolo, ci andiamo a nascondere in una buca, non ci mettiamo a leggere un Canto della Divina Commedia.

Ecco, questa sera Tommaso si è nascosto sotto le coperte mentre io cercavo di fargli studiare l’industria molitoria (parola nuova anche per me: sono i vecchi mulini), e poi si è messo a piangere, come un BAMBINO SPAVENTATO.

Non voglio diventare complice di questo orrore. Gli ho fatto una giustificazione per rimandare l’interrogazione.

Ma questa scuola non funziona. Lo dice anche il Ministro Carrozza…

Ecco Sugata Mitra.

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