Ogni tanto scrivevo anch’io le mie stupidate sulla politica italiana, ma adesso ci ho rinunciato.
Per una serie di motivi.
Il primo è che non mi piace il calcio: non l’ho mai capito né apprezzato.
Faccio quindi fatica a tradurre il fraseggio calcistico di Renzi in linguaggio politico.
Copio di seguito qualche sua vecchia dichiarazione, tratta da un articolo del Corriere della Sera che si intitolava: “Renzi vuole il patto alla tedesca”, nel quale il nostro dichiarava che:
- non voleva vincere la classifica cannonieri, altrimenti sarebbe partito da solo in contropiede,
- aveva passato «volentieri» il pallone a Enrico Letta, perché sperava che a vincere fosse la nazionale italiana,
- e concludeva: «Il governo in questi otto mesi ha sempre rinviato tutte le partite».
Bene, mi piacerebbe se le metafore calcistiche fossero abbandonate a favore di qualche altro spunto metaforico bisessuale, comprensibile sia dai maschi e dalle femmine.
Ma il problema dell’oscurità del discorso politico italiano deriva secondo me anche da un altro fattore: una volontaria nebulosità linguistica che ormai ha avvolto l’intero Parlamento e gli stessi giornali italiani.
I titoli degli articoli non sono esplicativi di nulla, ma rimandano a qualche battuta sottintesa – tra politici – che il cittadino comune non capisce.
Che cosa significa l’ingiunzione di Renzi a Letta, secondo la quale: “Deve giocare a carte scoperte!“, pronunciata proprio oggi?
Insomma, a cosa stanno giocando?
Qual è la posta in palio? Di cosa si stanno minacciando, visto che fanno parte dello stesso partito politico?
E poi, che diavolo sta succedendo sulla riforma elettorale?
Perché Berlusconi e Renzi si sono messi d’accordo per fare una riforma che assomiglia – TROPPO! – a quella precedente?
Vogliono lanciarsi nell’ultima sfida all’OK Corrall, dove chi vince piglia tutto?
Stanno scegliendo le armi con cui si spareranno, dopo aver fatto l’accordo che chi vince, piglia tutto?
Allora non è partita di calcio, è una mano di poker!
Insomma, solo una chiromante – professionista – riuscirebbe a capire a che gioco stanno giocando i partiti italiani, e solo la Sibilla Cumana riuscirebbe a capire i titoli dei giornali in questi ultimi giorni.
Devo quindi chiedere nuovamente a Crozza di entrare in politica e candidarsi come ha fatto l’altro genovese.
Potrebbe scegliere uno dei personaggi che gli vengono meglio e interpretarlo durante la campagna elettorale.
Trovo molto riuscita l’interpretazione di Papa Francesco che porta il frigorifero sulla Salaria.
Se Crozza fondasse il “Partito della Chiesa dei Poveri Cristi” puntando sull’elettorato di centro-destra, potrebbe vincere le elezioni o l’eventuale spareggio.
Al programma politico ci pensiamo DOPO (se vince).
Lo slogan della campagna elettorale potrebbe essere qualcosa del tipo: “Libero frigorifero in libero stato“.
Tanto nessuno gli chiederebbe che cosa significa. Gli farebbero un bel TITOLONE e la chiuderebbero lì.
Non c’è niente da capire nel loro linguaggio perché è una copertura, il fumo dietro al quale si nascondono, e che tv e stampa contribuiscono a creare, per agire indisturbati facendo quello che è il loro reale obiettivo : saccheggiare e dividersi le ricchezze rimaste di questo paese. Nessuna “vision” o programma politico. L’obiettivo è restare in carica il più possibile, accordarsi su chi ruba là o qua e fare in modo che si parli d’altro.
Vero, versissimo. Ma non c’è più nessuna vision da parte di nessuno. Gli elettori sono svaccati. Ci sono ancora però ricchezze nascoste. Quando saranno finiti i risparmi, passerà anche lo svacco. O no?