Perché noi milanesi siamo così str*onzi?

Non è una domanda retorica, perchè in genere per le domande retoriche è sempre pronta una risposta retorica. Ma non ho una risposta pronta.

Il punto è che i milanesi non sono simpatici, mi ci metto anch’io tra i non simpatici, perchè un milanese gentile o caloroso verrebbe immediatamente rifiutato come un corpo estraneo dalla massa dei milanesi antipatici. E quindi a Milano DEVI essere un po’ antipatico per sopravvivere.

Faccio un esempio pratico: vado da sempre a nuotare alla piscina Solari e mi sono abituata a non salutare chi nuota nella mia corsia. Siamo in costume a qualche centimetro di distanza, e poi magari facciamo la doccia insieme, ma è VIETATO guardarsi in faccia, sorridersi o scambiare due parole. Non è COOL. Un milanese cool si fa gli affari suoi e non cerca di attaccare bottone con nessuno.

Le cose che non sono cool a Milano sono tantissime. Chiedere un limone in prestito ai vicini, per esempio, ma anche semplicemente salutare dei vicini di casa che non conosci. Meglio abbassare la testa quando li vedi per le scale.
Vietato anche parlare con la gente che incontri per caso sui mezzi pubblici (a me piacerebbe tantissimo), mentre invece a Roma chiacchieravo sempre alle fermate degli autobus con le signore che incontravo.

A Milano è difficile conoscere persone nuove, perchè le cerchie di amici si formano pronto presto (alle scuole superiori o all’università per chi la frequenta) e poi proseguono imperterrite tutta la vita. Ci si frequenta fino alla fine del mondo, fino a quando non finisci in una bara, e gli amici che hai visto per cinquant’anni il sabato sera vengono tutti insieme al tuo funerale.

A Milano non è cool invitare persone (maschi e femmine) che non conosci bene a prendere un aperitivo o uscire a cena, perchè tutti si direbbero: “Ma com’è invadente questa qui! Cosa mai vorrà da me?“. Anche se non tu non vuoi assolutamente niente, ma solo fare quattro chiacchiere con qualcuno di nuovo.

A Milano devi tenere pronto il pedigree comprensivo della scuola o dell’università che hai frequentato, nonché delle persone che hai conosciuto sul lavoro, così che sia subito possibile partire alla caccia delle conoscenze comuni. Non è difficile arrivare nel giro di pochi minuti a stabilire quali sono gli amici a solo un paio di gradi di separazione che possano cementare una nuova conoscenza. Se si scopre che io e te siamo tutti e due amici di Tizio e Caio, allora possiamo anche essere amici tra noi.

A Milano sei uno sfigato se non vai via durante i weekend e nei ponti comandati dei milanesi. I veri milanesi non stanno MAI a Milano durante i weekend, soprattutto in estate, a partire da giugno. I milanesi non stanno a Milano neanche un giorno d’agosto: ORRORE! I milanesi hanno sempre un papà e una mamma che si sono comprati la casa al mare o in montagna nei favolosi anni del boom economico e adesso ci vanno loro, alla faccia di chi la casa non ce l’ha.

Beh, potrei continuare, perchè Milano è una città ricca e seleziona i milanesi in base al censo, l’istruzione, eccetera, in un sistema di CASTE rigidissimo, degno dell’India, dove non ci si pone neanche il dubbio se un bramino possa frequentare (o sposare) qualcuno di una casta inferiore.
A Milano non si salta da una casta all’altra. Impossibile, verresti subito individuato e fatto neanche entrare dalla porta.

Ecco perchè non siamo simpatici. Siamo un po’ str*onzi.



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10 thoughts on “Perché noi milanesi siamo così str*onzi?

  1. wabi ha detto:

    Ma sai io sono milanese, e ho lavorato per tanti anni in una multinazionale, e in effetti questo quadro che hai dipinto mi ricorda qualcosa che ho vissuto, i milanesi più che stronzi sanno essere spietati. Al volante soprattutto. Poi però mi è capitato di smettere i lavorare in azienda e ho conosciuto altri ritmi e altre realtà. E adesso saluto quelli che incrocio per strada e scambio opinioni e anche impresto limoni ai vicini… Insomma, c’è speranza anche a Milano 😉

    • Viola Veloce ha detto:

      Volevo scrivere che Milano è migliorata negli ultimi anni, da Pisapia in poi. E’ anche diventata più bella e se ti impegni, magari arrivi a quello che descrivi. Certo, non devi essere innervosito da ore di lavoro e commuting.

      • wabi ha detto:

        già, proprio così… ci vuole impegno e consapevolezza. E anche io sono convinta che Pisapia stia facendo un buon lavoro. Buona proseguimento di giornata!

  2. Papillon, il Blog ha detto:

    C’è sicuramente un fondo di verità. Caratteristica diffusa anche fra i torinesi, con sfumature diverse. Il post è duro; io penso che non bisogna dargli troppa importanza. Dei milanesi ho parlato in modo leggero qui: https://papillon1961.wordpress.com/2020/08/08/s-p-q-r-vs-mediolanum-passando-per-torino/ .

  3. Luca ha detto:

    Milano è la città più merdosa e noiosa di Italia. Gente che vive solamente di apparenza, sempre con il telefonino in mano (ovviamente un iphone) anche quando potrebbero benissimo farne a meno. Non dialogano, amano ignorare volutamente gli altri, credendosi più importanti, anche quando magari lavorano in una comunissima fabbrica. Creano emarginazione e solitudine. Per loro conta solo l’aperitivo, quasi fosse il Santo Graal, se sei astemio e squattrinato sei fuori dai giochi. Preferiscono l’impiego allo studio solo per avere l’opportunità di spendere e consumare fino all’esasperazione. Culturalmente sono zero, non esiste la minima educazione, l’unico argomento è il racconto della loro giornata, cazzate amorose o stupido shopping. Rivedi le stesse persone in giro tra i locali, seduti ai tavoli a consumare il solito “Ape”, donne con donne e uomini con uomini, ripetendosi nei temi. Avere un cane, diventa una necessità per sentirti parte di una comunità che ama più gli animali che gli essere umani.

    Ogni giornata è praticamente uguale a quella precedente.

    Sprecano tempo inutilmente, dimenticando che la vita è un concetto limitato, destinata a consumarsi quanto meno lo si aspetti.

    Altro che città Europea, il loro modo di ragionare è totalmente provinciale.

  4. Riccardo ha detto:

    Salve a tutti,
    Da “immigrato” siciliano ho vissuto la città in due modi diversi. Quando sono arrivato ho vissuto l’estasi, come un bambino portato al luna Park. Dicevo ad altri amici di venir qui, perché l’unica città d’Italia con questo, e quello e quell’altro.
    Con la pandemia e la clausura ho rivalutato tutto. Le case sono lattine, gli affitti esagerati, gli stipendi nella media, il contatto con la natura quasi assente. C’è molto cemento e tanto egocentrismo. Il soldo è l’unico argomento di aggregazione, la cultura serve solitamente a rivendicare uno status. Ognuno è impegnato, e se ti cerca ti tratta come un umano da compagnia. I racconti sono, come già detto, trite e ritrite scene di copioni già sentiti.
    Soprattutto… Mi sembrano tutti molto soli. Il perché un po’ mi sfugge. Anche per una questione di mero egoismo saluterei il mio vicino, perché se un giorno casa mia andasse a fuoco vorrei mi avvertisse.
    Milano: una cattedrale di solitudini.
    Per il resto molto bella, tante cose da fare, organizzata. Per cui ad alcuni andrà bene e ad altri no.

    • Viola Veloce ha detto:

      Ciao Riccardo, hai ragione su tutto ma soprattutto scrivi in un modo molto poetico, scusa La banalità dell’aggettivo ma ci vuole. Una cattedrale di solitudini è una bella espressione. I milanesi devono avere la testa di quei popoli dei Nord dove tutti diffidano un po’ di tutti. Spero di invecchiare lontana da Milano.

  5. Germano Menegazzo ha detto:

    tranqui vieni qui a Udine e vedi quanto siamo stronzi noi udinesi…se è per quello voi milanesi siete dei Santi a nostro confronto! bye bue

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