Benedetto sia lo smart working

Devo fare una premessa, prima di parlare dello smart woking. Ho sempre pensato che gli elettrodomestici – lavatrice e lavapiatti in primis – abbiamo avuto la funzione di LIBERARE manodopera femminile che, finalmente un po’ più LIBERA dalle faccende domestiche, poteva essere impiegata nelle fabbriche e negli uffici.

Prima degli elettrodomestici, le donne dovevano prestare il loro servizio in casa per crescere i figli, cucinare, pulire, eccetera. Ma dopo l’arrivo degli elettrodomestici, le donne hanno cominciato ad avere il DOPPIO LAVORO: in casa e in fabbrica o in ufficio.

Certo, lavare i panni non era più un affare di ore, quando bisognava strizzarli a mano dopo averli lasciati in ammollo con la lisciva, ma fare una lavatrice richiede ugualmente un certo ammontare di tempo, così come pulire la casa, eccetera.

Ecco, a tutte queste incombenze domestiche (che rimangono ancora in gran parte sulle donne), si sono aggiunte le OTTO ORE in ufficio o in fabbrica, e la vita delle donne si è ulteriormente complicata.

Io non sono affatto sicura che il lavoro femminile equivalga a una LIBERAZIONE: credo invece che sia lavoro remunerato male (le donne guadagnano meno degli uomini) e quindi sia possibile rubricarlo come una forma sottile di sfruttamento, rivendicato invece come emancipatorio.

Ma non solo, credo che lasciare i figli a casa più o meno da soli per così tante ore al giorno – spesso alle otto ore bisogna aggiungere i tempi del commuting – sia pura PAZZIA. Le donne che lavorano devono affidare i loro figli a qualcun altro, quando sono piccoli, e poi appena i figli possono stare da soli (magari anche solo dopo le scuole elementari), i ragazzini rimangono a casa da soli, senza cure e senza attenzioni.

Non è SANO lasciare da soli o in mano altrui i propri figli, non per così tante ore al giorno. I bambini non dovrebbero essere abbandonati così presto.
Lo ripeto: non è un segno di emancipazione lavorare otto al giorno e tornare a casa la sera troppo stanche per occuparsi ATTIVAMENTE del benessere dei pargoli, che magari sono stati ore davanti al computer, senza che nessuno gli dicesse di fare qualcosa di meglio.

Ecco, lo smart working (per chi ha potuto approfittarne) è benedetto, perchè i genitori (madri e padri) sono potuti restare di più con i loro figli. Hanno avuto il tempo di far loro da mangiare, andarli a prendere a scuola, chiacchierare con più tranquillità, guardandoli in faccia per capire come stavano e che cosa pensavano.

Non ho mai potuto andare a prendere a scuola mio figlio né quando era all’asilo, né tanto meno alle medie. Sono sempre stata undici ore al giorno fuori casa. Mi dispiace non aver potuto aspettare mio figlio davanti all’uscita della scuola insieme a chi non aveva il PRIVILEGIO (perchè non lo è…) di lavorare così tante ore lontano da casa.

I tempi tecnologici erano maturi ormai da molti anni: buone connessioni domestiche e laptop performanti. Lo smart working è arrivato GRAZIE al Covid, ma sarebbe dovuto arrivare anche prima. E adesso, spero, nessuno cerchi di tornare indietro a quando bisognava passare OTTO ORE in ufficio.

Le donne che invece non hanno la possibilità di lavorare da casa, dovrebbero avere uno sconto sull’orario di lavoro, perchè così avranno più tempo per occuparsi dei figli, saranno più serene e meno stanche.
In fondo, non c’è nulla di LIBERATORIO a passare tutta la giornata lontano dai figli. Ma proprio per niente.

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