Invito a cena di un naturista (e altre storie)

Ecco, ho già raccontato che sono naturista, ovvero frequento da anni un campeggio croato federato con il temibile FKK tedesco – Freikörperkulturche, cultura del corpo libero – che detta le regole secondo cui bisogna vivere secondo natura.

Inutile dire che la prima regola è quella della nudità, praticata da tutti ad libitum, anche nelle situazioni che non ti aspetteresti. Per esempio un invito a cena da parte di un altro naturista che ho ricevuto l’ultima estate in cui sono andata nel solito campeggio croato. Una cena a due, cucinata all’aperto come fanno tutti su dei fornelletti elettrici appoggiati sopra un tavolino, perchè cucinare tra gli alberi è bellissimo.
Una cena quasi romantica, insomma, anche se nei campeggi non vi è nulla di privato, visto che la vita sociale si svolge all’aperto.

Fatta questa doverosa premessa, mi sono ugualmente vestita di tutto punto, come si farebbe in città, perchè mi sembrava brutto presentarmi NUDA per una cena. Ma presentarsi vestita in un campeggio naturista è stato invece un ERRORE DI GALATEO, perchè il mio ospite era ancora perfettamente nudo ma soprattutto assolutamente a suo agio in “costume adamitico“, come si diceva una volta, quando anche solo pronunciare la parola NUDO era considerato un po’ scandaloso.

E così, lo ammetto, mi sono sentita un po’ imbarazzata per la mia maglietta nera e gli orribili pantaloni a pinocchietto che mi piace mettermi d’estate. Ma spogliarsi lì, davanti a lui, sarebbe stato anche PEGGIO, con il risultato che abbiamo passato due ore a chiacchierare, io vestita come Pinocchio e lui invece elegantemente NUDO, mentre cercava di convincermi a sbevacchiare un rosé che si era portato dal Veneto.

D’altronde, stare vestiti nei campeggi naturisti (a meno che non arrivi una piccola glaciazione) pare sempre un po’ di CATTIVO GUSTO, anzi addirittura sospetto o persino sanzionato se stai facendo il bagno al mare. Esiste infatti il fenomeno dei voyer – detti altrimenti guardoni – che a volte battono i campi nudisti per andare a caccia di sordide emozioni. Il guardone (secondo la vulgata nudista) non si spoglia mai, perchè si vergogna della sua nudità, anche se sembra eccitarsi a quella degli altri.

Il vero naturista (maschio) non prova invece NULLA neanche di fronte alle slovene di trent’anni, meravigliose valchirie bionde senza un’oncia di cellulite che popolano ormai i campeggi croati. Alte, sode, con i capelli lunghi biondi, gli occhi azzurrissimi come la fata Turchina, non fanno né caldo né freddo al naturista temprato.

Ma la paura dei guardoni rimane, e una piccola schiera di guardie del campeggio battono le spiagge alla ricerca di adulti in costume da sbattere fuori. Motivo per cui fino si può assistere di sovente a questa scena: i guardiani della reception (completamente vestiti) girano per il campeggio su dei motorini così da controllare che nessuno faccia il bagno con il costume.
E se qualcuno osa avventurarsi nelle acqua croate con il costume (uomo o donna che sia), i guardiani del campeggio lanciano prima un avvertimento con il fischietto, al quale seguono una serie di gesti furiosi che significano: “Togliti il costume”.

Ho assistito anch’io a più volte a questa scena e devo dire che il suono del fischietto fa venire una certa paura, anche perchè i guardiani del campeggio fino a pochi anni fa erano tutti ex-militari (croati…) e non piaceva a nessuno l’idea di far incazzare quei giganti slavi dall’aria severa che ti dicevano che ti dovevi SPOGLIARE!  

Ricordo ancora un italiano di mezza età entrato in acqua in costume che era stato beccato dalla guardia. Il suono del fischietto la aveva trasformato in una statua di sale, tramortito da un attacco di terror panico. Si era subito abbassato il costume (per la paura istintiva del marcantonio in motorino) ed era rimasto così, bloccato in acqua, col costume mezzo tirato giù e le chiappe al vento, mentre tutti ci chiedevamo se la guardia croata l’avrebbe fucilato sul posto per la terribile infrazione al regolamento.

Ecco, potrei continuare con queste allegre storielle di un mondo à rebours, dove stare vestiti è di cattivo gusto. Ma le tengo da parte per OMICIDI IN CAMPEGGIO (naturista…), la prossima delle opere somme che scriverò.

Ce l’ho già tutta in testa…

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One thought on “Invito a cena di un naturista (e altre storie)

  1. lorenza destro ha detto:

    Non vedo l’ora di leggere Omicidi in campeggio!

    Inviato da iPhone di L’Onza

    >

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